Sono molti giorni che
non pubblico nulla, quasi un mese. Non
per mancanza di voglia, nemmeno per pigrizia. Come capita a tutti, ci sono
accadimenti della vita che trascinano verso luoghi che puoi visitare solo
guardandoti dentro. Ciò che attiene all'amore, ai figli, alle persone che fanno
parte della tua esistenza e sono parte di te. Tutto ciò che veramente
caratterizza il tuo essere un uomo. Più della professione che svolgi, più dei
successi e degli insuccessi. Ma questa e tutta un'altra storia. Non voglio
tediare nessuno con faccende personali.
Una cosa posso però
raccontarla. Sì, posso.
Quando ci sono cose
che ti portano a scavare nella tua anima, nell'anima delle persone che ami,
cercando di capirle e di capirti, succede che scopri di avere tralasciato dei
dettagli. Quelle particelle infinitesimali di cui mi piace tanto parlare,
quelle parti del tuo essere profondo così nascoste e celate tra le pieghe del
tuo intelletto da averti fatto perdere anni in elucubrazioni talvolta inutili.
Gli scossoni emotivi sono sempre un'ottima occasione per raccogliere quelle
particelle infinitesimali che cadono lungo la via durante i tremori dell'anima.
Io scrivo, quindi sono
un ladro di sensazioni e immagini. Narro, quindi sono anche un bugiardo perché
devo necessariamente arricchire, rendere fruibile e accettabile quello che
racconto. I dettagli della menzogna, le sfumature più volatili, sono le uniche
verità. Concrete e vere, bisogna solo essere in grado di vederle, di coglierle.
Come capita agli
scrittori, devi metterti davanti a un foglio e chiedere aiuto a qualcuno.
Qualcuno che ti possa far capire meglio la vita, il mondo, chi sei e cosa cazzo
ci stai a fare su questa terra.
Qualcuno arriva sempre. Senti sussurri nella
notte che ti raccontano una storia, ti appaiono immagini di persone che vivono
sotto i tuoi occhi vicende incredibili. Vedi te stesso viaggiare sul flusso
della memoria e cogli ciò che al momento degli accadimenti non hai colto, o non
hai voluto cogliere. Allora ti alzi da letto e prendi appunti, cerchi di stare
al passo con la narrazione. Perché scrivere è l'unica cosa che ti fa star bene
e ti aiuta.
Una volta da qualche parte, non ricordo più nemmeno su quale blog o
sito, ho lasciato questo mio delirio: Si
scrive per bisogno di leggerezza. Compenetrazione mascherata da distacco dal
mondo. Inutile posa di chi parla a se stesso facendo finta di parlare alle
moltitudini. È vero anche il contrario. Dissimulazione. Scrivere di nulla per
dire tutto. Parlare troppo per non dire niente. Insensato è il desiderio di
cambiare il mondo. Scrivete del vacuo, parlate del vuoto. Come disse non so
chi, "Le parole usate per essere utili si vendicano e ci si ritorcono
contro".
Insomma, questo è
quello che mi è successo ultimamente nel mare magnum dei casini che ho dovuto
attraversare, nel tempo della lontananza dal blogging.
Tutto qui, niente di
speciale. Come tutti mi barcameno e vado avanti per tentativi.
Ho consegnato un
romanzo che è puro divertimento nella speranza che possa nascere su carta, ma
che comunque pubblicherò anche da solo se la faccenda andrà troppo per le lunghe, e
mi sono messo a scrivere una storia che farà molto per aiutare me stesso e i
protagonisti delle vicende a superare e mettere un sigillo definitivo su fatti
di quasi trent'anni fa. Ovviamente parlo di un romanzo, quindi la verità è tra
le pieghe, la cogli come lampo di luce infinitesimale.
Come ultima cosa
voglio ringraziare delle amiche blogger che mi hanno contattato per
avere notizie di me. Lo hanno fatto in un momento decisivo, mi hanno
risollevato lo spirito e sono loro grato dal più profondo del cuore. Parlo della
carissima Patricia Moll, della mitica Glò, e della Donna portentosa Marina Guarneri.
Tornerò a rompere le
scatole commentando i post dei colleghi blogger che appaiono sul mio blogroll e
farò nuovamente sentire la mia voce di cazzaro pubblicando ancora qualche
inutile facezia.
Fine della tiritera.
Hip hip Hurrà.