Con piacere partecipo
al gioco di Patricia Moll che con il suo Myrtilla House ha lanciato questa
bella iniziativa di aggregazione:
Se non ho capito male lei scrive un incipit e
noi aggiungiamo un finale. Speriamo in bene.
- Incipit di Patricia
con titolo legato al gioco di Ispirazioni & Co. dell'amica Squitty
(cliccate QUI per raggiungere la raccolta generale di Ispirazioni & Co.):
IL MANDALA
Il corpo nudo della donna disteso sul fianco aveva un che di
virginale. Una tela intonsa pareva. Invitava a... ma come l'avrebbe presa lui?
Offendersi? Adirarsi?
Prese il suo pennello più fine e le si avvicinò. Con dolcezza
cominciò dal centro della schiena. Un mandala. Avrebbe disegnato un mandala.
Mi sono lasciato
prendere dalla vena romantica, niente finale hot. A un energumeno come me fa
bene lasciarsi andare alla dolcezza, non chiedetemi risarcimenti per eventuali
carie, please.
- Il mio finale:
Sentiva il freddo dell'acciaio e la ruvidezza del legno
penetrargli nelle dita. Aggrapparsi a quella ringhiera gli permetteva di
mantenere un contatto con il mondo che voleva abbandonare. Lo sguardo si
perdeva lontano. Un refolo di vento lo riscosse dai suoi pensieri. Guardò giù,
sulla strada, sotto quel cavalcavia. Cartacce e foglie volteggiavano intorno a
una vecchia insegna pubblicitaria.
Tornò al ricordo di
lei. Tornò alla sua opera, a quella schiena nuda, liscia, nervosa al tocco, in
attesa delle sue mani, delle sue labbra. Il suo "Lui" che aveva commissionato il ritratto era stato subito dimenticato. Come erano giovani allora. Vi aveva
disegnato un mandala. La sua modella, una tela di carne. L'amava già.
"Che stupido", pensò. Lo aveva sempre saputo.
L'amore non mantiene mai le sue promesse di eternità sempre uguale, puoi solo
fermare degli attimi. Meravigliosi istanti, preziosi proprio perché destinati a
finire. Infiniti perché tutto si ripete e tutto ricomincia, con colori e
disegni diversi. Chiuse gli occhi e ripensò a quello che aveva vissuto con
Giulia. Alla bellezza del loro amore.
Assoluto. Vivo. Vitale. Quei ricordi non erano morti con lei. Staccò le mani
dalla balaustra. Anche il vento può essere rassicurante se sei disposto a
muoverti nello spazio e nel tempo. Ora sentiva freddo, mise le mani in tasca.
Lasciò che l'aria gli schiaffeggiasse il volto. Ripensò a un passo di una
poesia di Neruda che le aveva dedicato una delle prime volte che avevano fatto
l'amore: "corpo di Donna mia, persistere nella tua grazia".
Poteva andare avanti,
ora poteva. Il suo mandala era nel cuore e nella mente. Lo aveva capito. Alle
volte è necessario farsi sabbia e lasciare al vento il lavoro di scultore. Solo
le forme cambiano, le particelle infinitesimali, multicolore, trovano solo
un'altra destinazione. La bellezza originaria non smette mai di esistere. Come
l'amore.
© 2016 di Massimiliano Riccardi