scrivere per vivere vivere per scrivere

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La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. (René Descartes) ********************************************************************************************** USQUE AD FINEM

martedì 30 agosto 2016

Insieme Raccontiamo 12. Finale horror, hard, snack, trak, blok, quello che volete voi



Eccoci qui, ancora una volta partecipo con gioia alla bellissima iniziativa di Patricia Moll e del suo gioco di aggregazione "Insieme Raccontiamo" che in questa puntata festeggia un anno di spensierate facezie e intelligenti scambi tra blogger che hanno voglia di mettersi in gioco con spirito di gruppo e, seppur virtuale, sentimento di amicizia.
Ora… voglio sorvolare sulla devastante immagine che alcune blogger hanno voluto fornire del sottoscritto, manderò loro il conto dell'analista hahahahahaha. Mi sono molto divertito a leggere gli interventi di tutti/e. Propongo un finale folle, com'è nel mio stile. Spero possa strappare un sorriso ai coraggiosi lettori.
E ora via al ballo.

L'incipit di Patricia
Su una spiaggia, due uomini sulle loro sdraio, sussurravano. Uno dei due chiese all'altro: - E i due desaparecidos?
-Chi? Il Pg e il Mich? I fantasmi di quel blog.. come si hiama... Fanno le sabbiature – e indicò due cumuli di rena da cui spuntavano solo i piedi ad una estremità e i cavetti collegati a due ipod dall'altra. - ma... shtttt! Che se ci sente....
- Mou belin! Ma vuoi che ci senta fin qua? Mica sa dove siamo..
- Eh...miha sa dove siamo.... Maremma proustiana! Non mi fido. Ha orecchie e occhi dappertutto. Mai fasciassi la testa prima d'avella rotta ma....
- Uhm... c'hai ragione, belin.. Ti ghe ragiun
- E poi tu lo sai... home rompe i hohomeri quella, miha li rompe nessuno
- Speremu!
- Eggià! Un se ne pòle più!
Anche i due cumuli di sabbia ebbero un movimento sussultorio. Pure i desaparecidos tremavano a quella possibilità.
In quel momento, si alzò uno strano vento. Tutto era immobile. Non un granello di sabbia si spostava ma verso di loro avanzò un venticello rovente che fece cadere ai loro piedi un foglietto.
Incuriositi lo presero e lo lessero. Sbiancarono.
C'era scritto

Terrorizzati si guardarono attorno.
- Nooooooooooooooooooo!!!!! - urlarono all'unisono.
Al loro grido, i due cumuli di sabbia scoppiarono come geyser buttando sabbia a metri d'altezza.
Il Pg e il Mich furono dritti, bianchicci come latte solo i piedi arrostiti dal sole, in mano piadine e arrosticini.
Guardarono nella direzione indicata dagli altri e videro...

Il mio finale
e videro …
… sorgere dal mare una piattaforma di acciaio luccicante, una volta che le acque l'ebbero abbandonata, delle figure vestite di nero e dagli occhi rossi lampeggianti si stagliarono sul bordo della struttura terrificante. Improvvisamente un urlo feroce scuote la calma apparente.
«STAKKA BLOGGEEEEEER, A ME!!!!!»
Era la temibile Patricia Moll, teschi sbiancati dal sole di blogger assenteisti adornavano la sua cintura, al fianco la spietata Glò detta "la vecchia segugia della blogosfera". La sua tuta di pelle nera era stata cucita con l'epidermide di numerosi blogger polemici, inseguiti, catturati e uccisi nel corso degli anni. Subito dietro Marina, chiamata "l'Amazzone del 31 dicembre", detta così perché se sbagliavi un congiuntivo era la fine dei tuoi giorni, scuotendo la testa e digrignando i denti caricava il suo fucile a pompa spara penne e calamai. Poco a poco tutte le altre componenti dello squadrone della morte si avvicinarono al bordo della piattaforma: ReginaZalieva, dal canto stordente e ipnotizzante; Marina Zanotta, con le sue trappole di colla e carta da rifascio; Federica Redi dallo sguardo che ti riduce a statua di ghiaccio. Molte altre cacciatrici-guerriere si avvicinarono pronte a lanciarsi in mare per raggiungere la spiaggia di nudisti, effimero rifugio del Vecchio Ivano detto "svrdbnv" in una lingua segreta parlata in altrettanto segreti circoli esoterici, del Meno Vecchio Max detto "il conciso", e dei due improvvidi latitanti Mik & PG completamente ricoperti di rossetto, frutto di languidi baci di centinaia di ninfette adoranti.
A quella vista i quattro, completamente nudi, incominciarono a fuggire. Sabbia scalciata, sdraio rovesciate, ombrelloni abbattuti, vecchiette in costume adamitico che tentavano di immobilizzare Mik & PG, psichiatri in ferie che guardando L'Ivanone e il Max prendevano appunti … il caos.
Una musica sempre più alta incominciò a udirsi: la cavalcata delle Valchirie.
Tra le onde, le cacciatrici nuotavano con foga incitandosi l'una con  l'altra emettendo urla belluine. Volevano il sangue. Ehem,  in alternativa un Caipiroska, in ogni caso qualcosa avrebbero avuto … il bar della spiaggia era aperto.
I primi a cadere furono Mik & PG, le nonnine erano in realtà agenti in incognito della Stakka Blogger Inc. appostate lì da mesi. Una fine orribile, devastati da coccole e buffetti e ingozzati sul posto da fette giganti di torte di mela. Urla agghiaccianti. L'orrore allo stato puro. Il povero PG in un ultimo momento di lucidità recitò il teorema di Pitagora cercando conforto da quello strazio. Mik perse conoscenza e fu attraversato dai ricordi di tutta la serie in lingua originale di Jeeg Robot d'acciao.
Il Vecchio Ivano e Max il conciso trovarono rifugio in una cabina. Appesi e in bella vista due impermeabili.
«Ivanone, siamo circondati indossiamoli e cerchiamo di distrarle, poi approfittiamo della confusione e fuggiamo.»
«Ma come, mio parco di parole e timidissimo amico?»
Max indossò l'impermeabile, e come nella migliore tradizione dei celebri Don Giovanni genovesi, aprì all'improvviso mostrando con un cenno del capo la sua propaggine più segreta.
«Eeeh? Che te ne pare Ivanone
Il vetusto e consumato blogger Ivano guardò giù scuotendo il capo.
«Caro reticente e stringato amico … che dire … INFINITESIMALE!!!!»
Piccato dall'ingiusta valutazione dell'anziano blogger, Max invitò l'amico a fare altrettanto.
Ivano non si fece pregare, in un lampo aprì l'impermeabile invitando il giovanissimo amico a constatare.
«Ivanone … che dire … one one, sarà merito dell'acqua di toscana o del polline di cipresso… perbacco… one one.»
Il vecchio Ivano tralasciò di raccontare che il suo antico compagno di baldoria Henry Miller si era ispirato alle sue gesta nello scrivere molti dei suoi romanzi.
«Comunque non è cosa!» Disse Ivano.
«Non ci resta che la resa. È finita.»
I due poveretti aprirono la porta della cabina. Con il volto sferzato dal vento rovente di un agosto implacabile, ammirarono la compagine serrata delle Stakka Blogger. Erano pronti ad affrontare le conseguenze dei loro atti. Con un gesto di sfida alzarono i menti e offrirono i polsi alle catene.
Uscì dal gruppo la tremenda Patricia Moll, subito dietro l'implacabile Glò sogghignava mentre sgranocchiava crudele le ditina mozze di un blogger incauto catturato la sera prima.
«In virtù del valore dimostrato e dei trascorsi onorevoli, abbiamo deciso di commutare la vostra pena. Non più la morte. Per Ivano tutta la retrospettiva dell'ispettore Derrik con sottotitoli in genovese. Per Max la lettura di 50 sfumature di grigio con commenti a piè di pagina di Federico Moccia
I due rimasero basiti, l'aver salva la vita apparve all'improvviso una cattiveria disumana.

«AAAAAAAH!!!!» Max si svegliò di colpo. Era stato solo un sogno, un brutto incubo. Si voltò e vide il vecchio Ivano che ancora addormentato borbottava nel sonno, invero altri suoni furono emessi. Decise di alzarsi da letto e prepararsi un caffè, prima però volle accendere la televisione. Rimase di ghiaccio. Una figura apparve sullo schermo. MARINA, l'Amazzone del 31 Dicembre. Con un ghigno satanico imbracciava un fucile a pompa e sogghignava crudele.
« Ghhahahahahahahahahaha»

Max svenne, cadde come morto corpo cade. La sadica risata fu coperta per un istante da un rimbrotto, Ivano fece trombetta. Lo schermo si spense.
         Fine.

domenica 21 agosto 2016

55 giorni a Pechino, ovvero Il signor Rossi nel far west 2. Caxxeggio semiserio, pseudo storico



Tempo di estate tempo di…
No, non di estaté, piuttosto di svago, caxxeggio, leggerezza. Problemi personali, drammi umanitari a parte.
Riprendo un discorso iniziato con il post intitolato "Il signor Rossi nel Far West, caxxeggio semiserio, pseudo storico" che trovate QUI. Voglio nuovamente occuparmi della presenza storica di Italiani nei posti più impensati e resi celebri dalla cinematografia americana. Presenza storica ignorata o citata sommessamente dai cineasti americani. Ovviamente la parte frivola è quella dedicata al film di cui vi parlerò, massimo rispetto invece per i veri protagonisti della vicenda che combatterono e morirono in terre lontane.
Nel 1963 esce il film " 55 giorni a Pechino" un Kolossal dai toni epici con attori del calibro di Charlton Heston, Ava Gardner, David Niven, John Ireland, e molti altri. Le musiche furono composte da Dimitri Tiomkin, compositore con all'attivo quattro premi oscar e almeno una decina di nominations.
Una piccola curiosità che segnalo per gli amanti del mondo Nippo è la presenza nel cast di un giovane attore e futuro regista: Juzo Itami, che sotto lo pseudonimo di Ichizo Itami interpreta il colonnello Goro Shiba. Per gli amanti delle arti marziali abbiamo il cinese Yuen Siu Tien maestro dei film di Kung Fu anni '70.
Il film, sicuramente sensazionale per quei tempi, di grande presa emotiva per le scene di massa e gli scontri cruenti e con l'immancabile intermezzo rosa dei protagonisti principali, riscosse molto successo.

 La storia prende il via da un fatto realmente accaduto nel 1900 nella Cina dominata dalla decadente dinastia Qing anche nota come dinastia Manciù: la rivolta dei Boxer.
L'influenza straniera, espressa dal colonialismo più becero, rischiava di ridurre la Cina come già erano ridotte l'africa e i restanti Paesi sotto il dominio delle nazioni europee. Uno scenario che vede l'imperatrice vedova Ci-Xi intimorita dalla potenza militare occidentale e resa debole dalle lotte intestine tra fazioni, totalmente succube e inizialmente connivente. La totale ingerenza negli appalti per la costruzione di infrastrutture, monopolio delle miniere, richieste sempre più pressanti di vaste zone territoriali gestite autonomamente dai Vari governi occidentali, disprezzo assoluto delle tradizioni e della cultura cinese con autentiche invasioni di missionari cristiani che addirittura pretendevano lo status attribuito ai cinesi di altissimo rango, come ad esempio la richiesta del 1899  di equiparazione dei vescovi cattolici ai Governatori Generali. La linfa vitale della Cina, il commercio interno e l'esportazione poco a poco stava passando nelle mani degli imperi e delle nazioni europee. Tutto ciò favorì il malcontento e la nascita di movimenti che cercavano di contrastare l'arroganza del "barbaro straniero".
La base sociale di questa presa di coscienza avvenne nelle scuole di Kung Fu, diffusissime e attive nella salvaguardia, tutela ed educazione del popolo. Le prime organizzazioni si dettero il nome di Yihetuan, ovvero "Gruppi della giustizia e dell'armonia". Questi gruppi di autodifesa, per altro già attivi da tempo immemore, con un'azzardata traduzione dei cronisti e dei missionari occidentali vennero assimilati a dei banali centri di addestramento pugilistico, il passo per ridurre tutto alla denominazione di Boxer fu semplice.
Il disagio sociale e le rivendicazioni del popolo sfociarono in vere e proprie rivolte armate con eccidi di europei, sabotaggi di industrie gestite da occidentali, omicidi di cinesi convertiti al cristianesimo, sino ad arrivare all'uccisione per le strade di Pechino del plenipotenziario tedesco barone Klemens Freiherr von Ketteler e  all'assalto e conseguente assedio del quartiere delle ambasciate a sud della "Città Proibita" centro nevralgico del potere Imperiale. Per la prima volta l'esercito imperiale, con il tacito consenso dell'imperatrice, si schiera con i rivoltosi capeggiati dai temibili Boxer.

Battaglie cruente e massacri fecero della capitale del "celeste impero" un luogo di sangue e di morte. Questo è in buona sostanza l'antefatto di questo kolossal.
Il film è comunque godibile, seppur narrato dal punto di vista occidentale, dove i "bianchi", come al solito sono i buoni.
Cosa c'entrano gli Italiani? Perché sostengo che la cinematografia americana ci ha sempre snobbato, per lo meno nei film prima degli anni '70? Perché cavoli, oserei dire stracavoli, in quelle vicende storiche così lontane c'era anche il signor Rossi, anzi, moltissimi signor Rossi. Nel film vediamo solo aitanti Marines, gentiluomini inglesi, baronesse russe, granitici tedeschi, ecc.. E noi? Qualche fugace apparizione, una fanfara dei bersaglieri alla fine sullo sfondo, come se niente fosse … e sticazzi, direbbe un fine dicitore, non fummo solamente comparse, oibò, perdinci e pure per Giove. Dati alla mano:
- un battaglione di fanteria
-un battaglione di Bersaglieri
-una batteria di mitragliatrici
- un ospedale da campo
-un distaccamento del Genio Militare
-un drappello di Carabinieri
- Forze di marina sbarcate dalla Torpediniera "Calabria" e dall'incrociatore "Elba"
Si stima che i combattenti dei battaglioni a ranghi ridotti e delle altre forze ammontassero a 83 ufficiali e a 1882 tra sottufficiali e truppa, queste le cifre del corpo di spedizione inviato dal governo Italiano in soccorso alle Ambasciate.
Gli scontri iniziali e l'immediato contatto con il nemico videro come protagonisti  i marinai delle navi all'ancora e dirottati velocemente a protezione degli europei.
Gli Italiani si distinsero, oltre che nella tutela delle Legazioni straniere anche nella difesa della cattedrale di Pe-Tang dove si erano rifugiati circa 3500 civili. Rimasta isolata, lontana dal resto delle truppe europee e accerchiata da soverchianti forze nemiche, 41 marinai resistettero, insieme a centinaia di civili abili alle armi. Combatterono ferocemente, respingendo a più riprese gli attaccanti sino all'arrivo dei soccorsi.
I caduti furono: Vincenzo Rossi, sottocapo; Filippo Basso, cannoniere scelto; Cesare Sandroni, cannoniere; Alberto Autuori, cannoniere; Ovidio Painelli, trombettiere; Ermanno Carlotto, sottotenente di vascello; Leonardo Mazza, marinaio; Francesco Zola, cannoniere; Giuseppe Boscarini, marinaio; Francesco Melluso, cannoniere scelto; Antonio Milani, sottocapo cannoniere; Francesco Manfron, cannoniere; Pietro Marielli, sottocapo cannoniere; Damiano Piacenza, cannoniere scelto; Adeodato Roselli, cannoniere scelto; Luigi Fanciulli, cannoniere; (?) Danese, marinaio; Giovanni Colombo, marinaio.




















Bene, spero che questo intermezzo storico cinematografico vi sia piaciuto. 
Ovviamente ho dovuto necessariamente condensare e riassumere. Confido di essere riuscito a rendere interessante questo post coniugando un film finito quasi nel dimenticatoio e un fatto storico oramai lontano nel tempo e riposto in un cantuccio remoto della memoria collettiva del nostro Paese.

Buon proseguimento e buona estate a tutti.




© 2016 di Massimiliano Riccardi